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Ospiti in carcere

La rete della solidarietà si va qui tessendo con alcuni degli artisti
che stanno danno un contributo al progetto Jesce Fore.
Vi offriamo alcune loro immagini anche se solo virtuali,
ma hanno lasciato ben reali tracce.


Laboratorio Jesce Fore + Rodolfo Maltese


Tarantella dei Fratelli

 

 

 


Incisione 11 - 11- 06 con Paolo Modugno


Alessandro, Antonello Ricci e Rocco

 

 

 

 


Ettore Castagna


Antonello Ricci

 

Entrare in un carcere per me non è una nuova esperienza. Mi è già capitato di partecipare ad incontri in un settore femminile con i bambini. Allora era stato un momento anche molto triste. Oggi riporto una grande emozione, ma molta felicità. Le persone che ho incontrato, i musicisti di Tarantula Rubra come i detenuti, mi hanno fatto sentire partecipe di una vera festa di musica e vita. Esci con il desiderio di ritornare per ritrovarti con amici. In quelle ore dimentichi che sei in un luogo di privazione di libertà. Quando esci però ogni giro di chiave in ogni serratura ti rende consapevole che solo tu “Jesci Fore”. E quasi ti vergogni di voltare le spalle ad altri esseri umani che per errore e/o gioco del destino restano nel silenzio e nella solitudine forzata. Il carcere non si può abolire – forse – ma può essere reso un luogo migliore anche da progetti come questo a cui ho la fortuna di partecipare . E anche, forse, da un atteggiamento diverso del personale di guardia. E’ triste dirlo, ma l’unico vero disagio, lo provi quando ti senti guardato come un “complice” dei detenuti.

Rodolfo Maltese


Rodolfo Maltese


Franco Gagliani

Sono entrato accompagnato dagli amici musicisti e da mio figlio Vincenzo e dopo aver superato diversi cancelli sorvegliati, sono arrivato al G8. Non nascondo che un po' di paura la nutrivo, ma man mano che mi avvicinavo alla luogo dell'incontro, mi sentivo più sereno. Sono state due ore bellissime, tutte dedicate alla musica popolare, ma anche alla conoscenza di chi deve passare ancora molto tempo là dentro. Io non voglio parlare del progetto e di quello che abbiamo fatto in quelle due ore, ma del momento del distacco, dei saluti: ho sentito una morsa che mi stringeva il petto e una grande tristezza che cominciava ad impadronirsi di me. Ho salutato frettolosamente per non far notare niente e, man mano che mi allontanavo, la tristezza cedeva il passo alla gioia per l'esperienza fatta e al pensiero che presto sarei ritornato per dare il mio piccolo contributo e per ricevere tanta, tanta ricchezza di emozioni e di conoscenza. Grazie, grazie a tutti.

Franco Gagliani

 

E’ stato come provare l’emozione del piacere di un sorriso,
di un saluto, di una stretta di mano quando esci di casa
e incontri il panettiere, il barista, il fruttivendolo…
che ti conoscono da tempo e sono lieti di rivederti…

Gabin Dabiré


Gabin Dabiré


Rocco Capri Chiumarulo

“Ho sempre rivendicato il diritto al pregiudizio, perché lo considero categoria tra le più fisiologiche nella classificazione delle esperienze umane. Cerco di farmi largo tra le insidie del facile politically correct, fin da riuscire ad affermare che l’occasione offertami da JESCE FORE di entrare a Rebibbia - come un qualunque altro luogo detentivo - sia uno di quegli esami che bisogna esperire per comprendere, senza alcuna difficoltà e senza neanche il ricorso al minimo atteggiamento empatico, quanto lì dentro le differenze, siano parola priva di alcun significato. L’unica differenza, dopo aver cantato e suonato insieme agli ospiti, è che io sono uscito… Per il resto, persone con cervelli e cuori pulsanti come quelli che circolano liberi a pochi metri di distanza in via Rebibbia, oltre l’ultimo pesantissimo cancello di ferro. Grazie per questa opportunità che mi è stata data e che, soprattutto, mi sono dato per sgretolare con l’intelligenza un sacrosanto pregiudizio.”

Rocco Capri Chiumarulo

foto della presentazione a Rebibbia


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