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LUCI A CARPINO
il paese di uno dei più prestigiosi festival di musica etnica.
Perché il festival continui ad esserci…

 

Tarantula Rubra: Giunti alla VII edizione del Carpino Folk Festival, uno dei festival leader nel settore della musica etnica, chiediamo a Luciano Castelluccia di tracciare una storia della manifestazione a partire dalle sue origini, da chi l'ha ideata a chi l'ha curata nel tempo, chi continua a volerla e perché.

Luciano Castelluccia: Il Carpino Folk Festival nasce nel 1996 per volere e geniale intuito del suo unico artefice Rocco Draicchio, già fondatore e musicista degli Al Darawish. Insieme a Michele Ortore, il sottoscritto e Matteo Fusillo si dà vita alla prima edizione che vede la presenza a Carpino di Eugenio Bennato il quale, dopo le sue "ricerche" degli anni settanta e del suo LP "Garofano d'ammore", non aveva più fatto ritorno nel nostro paese.

Ed ecco due giorni di spettacoli con l'unico scopo di riconsegnare a Carpino la propria tradizione. Oltre a Bennato parteciperanno Alfio Antico, Faraualla, Al Darawish e, ovviamente, i Cantori di Carpino. Gran successo di pubblico e stampa per quello che poi sarebbe diventato "il festival" della musica popolare e che avrebbe aperto lo scenario alla musica, alla cinematografia, ai dibattiti ed hai laboratori non solo di Carpino, ma di tutto il territorio nazionale. Dai due giorni del 1996 si passa ai cinque del 1997, che vede la presenza di grossi esponenti del folk revival italiano e non solo. Ricordiamo tra i tanti nomi Peppe Barra, Indaco, Enzo Gragnaniello, Rosapeda, Folkabbestia e molti altri artisti giovani del panorama musicale del Gargano. Soprattutto ricordiamo il grande evento - dibattito che vede la presenza a Carpino dei più grandi docenti e ricercatori italiani tra cui Placida Staro, Giovanna Marini, Pietro Sassù, Roberto Leydi, Padre Remigio de Cristofaro, Salvatore Villani e molti altri ancora.

Ma purtroppo, come tutte le cose belle che non durano in eterno, nel marzo del 1998, a cinque mesi dalla nascita della sua prossima "creatura" (la terza), Rocco ci lascia. Ci sentiremo sicuramente orfani della sua presenza, ma ricchi di ciò che ci lascerà in eredità: le sue follie, i suoi progetti, la sua voglia di fare, il suo entusiasmo e soprattutto il suo coraggio di continuare ad Amare Carpino.

T.R.: A circa due mesi dalla chiusura dell'ultima edizione del CFF cerchiamo di trarne dei bilanci prima di tutto a livello artistico, poi di affluenza e riscontro da parte del pubblico.

L.C.: Riteniamo che ci sia stata una grande performance di tutti gli artisti presenti quest'anno nel programma, in particolare quella di Enzo del Re; penso questo non solo perché Enzo ha ancora la particolarità di usare il suo unico strumento, la sedia, ma per il fatto che i suoi testi rispecchiano oggi più che mai il panorama attuale. L'affluenza di pubblico al nostro festival è in continuo aumento, un segno positivamente in crescita in ogni edizione, soprattutto per quanto riguarda la presenza di un pubblico stabile, oltre quella fetta di fruitori che si limitano ad assistere agli spettacoli serali.

T.R.: Sappiamo che questo festival è forse uno delle pochissime manifestazioni musicali basate sul volontariato, sulla passione di alcuni giovani abitanti. Cosa ci dici in merito alla disponibilità dei giovani collaboratori e delle motivazioni che li portano a prodigarsi per tenere in vita il festival?

L.C.: Il festival vive grazie alla gente, ed in questo caso ai ragazzi che per tutto l'arco dell'anno frequentano l'università, magari lontano dalla Puglia. Tenere in piedi un festival della portata del Carpino Folk Festival vuole dire prestare impegno e concentrazione. Sento di ringraziare chi preferisce il festival al mare e alle vacanze dopo aver passato un anno di studio e lavoro.

T.R.: Che valutazione senti di dare all'ultima edizione del Festival? Riusciresti a fare un quadro generale della situazione, tenendo conto anche delle problematiche sorte proprio durante l'edizione più gremita e più seguita?

L.C.: Sento soprattutto di dover rispondere a coloro che in questi ultimi mesi hanno lanciato accuse dirette alla manifestazione di Carpino e agli organizzatori. Però ci tengo a precisare che non risponderò da organizzatore o da componente del direttivo dell'associazione Carpino Folk Festival… sarebbe troppo facile e altrettanto comodo nascondersi dietro ruoli così prestigiosi ed importanti.

T.R.: Ci pare di capire che ci sono forti polemiche e problematiche con politici ed istituzioni…

L.C.: Sono tante le menzogne e le calunnie di piccoli politici borghesi che dopo le tante sconfitte elettorali si sentono pieni di entusiasmo per infangare la manifestazione e chi da tempo la segue portando cultura e turismo in questo piccolo paese della capitanata. Potrei parlare di un episodio a ridosso del quale si sono aperte le dighe delle polemiche…

Nella serata del 06.08.2002, e per meglio capirci quella che si potrebbe chiamare la serata "delle bandiere", Roy Paci e gli Aretuska facevano richiesta agli organizzatori, qualora vi fosse stata la possibilità, di rimuovere le bandiere che sventolavano sui balconi della sezione di Forza Italia, bandiere che si affacciavano sul palco. E ciò per un loro problema di identificazione politica e non sicuramente di carattere scenografico. Come tutti gli organizzatori, ci tenevamo a mantenere in piedi la serata, sia per rispetto al pubblico che per rispetto agli impegni economici presi col gruppo. Si è cercato di andare incontro alla situazione proponendo al responsabile della sezione la rimozione delle bandiere limitatamente al loro spettacolo.

La risposta fu cortese e di piena disponibilità; quindi il responsabile della sezione autorizzò la rimozione all'insaputa degli altri componenti del direttivo. Ma dopo qualche telefonata strafottente di qualche vecchio tesserato fatta agli stessi membri del direttivo ignari dell'accaduto (tesserato che ora milita in un'altra componente politica), questi ultimi si sono precipitati nel luogo del concerto minacciando e insultando gli organizzatori e i musicisti di far scoppiare una rissa. Le sorprese non si sono limitate a quella sera, ma ci sono stati strascichi anche grazie allo stesso personaggio che aveva autorizzato la rimozione delle bandiere…

T.R.: Ed oltre ciò si sono verificati soprattutto spiacevoli avvenimenti a danno di diversi campeggiatori…

L.C.: credo sia doveroso raccontare cosa sia successo, soprattutto per rispetto degli stessi ragazzi campani venuti a Carpino per vivere la magica atmosfera del festival accampati con le loro tende, i loro libri e la loro voglia di esserci… Sempre la sera del 06 agosto, mentre i ragazzi assistevano al concerto in piazza, il loro "accampamento" veniva letteralmente distrutto, i loro libri bruciati, le loro cose frugate, le tende investite da una o più auto, forse senza neanche controllare se le tende fossero state abitate o meno. Inoltre il "bivacco" delle scuole elementari, dove alloggiavano i corsisti degli stages del festival, veniva allo stesso modo saccheggiato. Ci tengo a specificare che tutti coloro i quali avevano deciso di fermarsi a Carpino per l'intera durata del festival, o che avevano progettato di seguire gli stages, si erano prenotati, rilasciando il contributo associativo e il loro nominativo: famiglie, docenti, direttori di banche e disoccupati, visto che per qualcuno è ancora importante la classe sociale di appartenenza. Tale "bivacco" ci era stato concesso, con tanto di autorizzazione, dell'amministrazione.

T.R.: Forse c'è qualcosa da dire anche a riguardo dell'amministrazione…

L.C.: Sì, la stessa amministrazione che per tutta la durata degli stages (4 giorni) si è degnata di mandare gli operatori ecologici solo una volta al giorno a svuotare l'unico cassonetto a disposizione per 60 persone. Ed ancora vi voglio parlare di un contributo stanziato dalla regione Puglia relativo alla manifestazione Carpino Folk Festival 2000 deliberato nel novembre 2001 e depositato nelle casse del Comune di Carpino. Il sottoscritto ed il presidente dell'associazione, Michele Ortore, siamo andati ad elemosinare il dovuto contributo nel giugno del 2002 in sede regionale, dove il funzionario preposto ci faceva presente dell'avvenuto stanziamento. Ma a tale proposito non ci è pervenuta nessuna comunicazione né da parte dell'amministrazione, né da chi ha il compito di gestire i soldi pubblici ed i bilanci…

T.R.: Pare ci sia una precisa volontà a non aiutare economicamente l'organizzazione del festival, finanche ad ostacolare la realizzazione di un evento, senza il quale non penso la città di Carpino abbia altre possibilità di vedere un tale incremento della bilancia dei pagamenti grazie alle decine di migliaia di affluenti dovuti a questo appuntamento…

L.C.: In ultima battuta ci terrei a rassicurare la maggioranza, l'opposizione ed i partiti che stanno a destra e a sinistra (lo scenario politico di Carpino è molto difficile da capire) che non c'è stato un invito ufficiale a centri sociali, ad associazioni che militano per la lotta alla globalizzazione… Il patrimonio culturale appartiene a tutti, Carpino è di tutti, anche dei ragazzi campani, e non credo sia giusto prendere le impronte digitali a chi fa chilometri per assistere a questo evento, o fare una selezione in base al reddito, al modo di pensare, di vestirsi e di comportarsi. Questi fanno parte della propria coscienza e della propria educazione e non spetta all'organizzazione, né alla maggioranza, né all'opposizione impartire lezioni di questo genere: la gente che viene a Carpino ha bisogno di essere accolta ed essere trattata nei migliori dei modi.

E se vogliamo dirla nei termini che a loro fa più comodo: "anche perché è gente che aiuta l'economia di Carpino e dà l'opportunità alle attività commerciali (bar, cantine e generi alimentari) di farsi autorizzare alla chiusura a notte fonda, quasi mattina"…, cose che non succedono durante tutto l'arco dell'anno. Il resto sono tute quisquilie, frase che nell'ultimo periodo è molto in voga a Carpino.

T.R.: Tutto ciò non sarebbe sicuramente quello che Rocco avrebbe voluto e probabilmente anch'egli si sarebbe posto un interrogativo: è opportuno continuare a tenere in vita l'iniziativa con queste condizioni poco favorevoli da parte di amministrazioni, istituzioni e popolazione? E se sì, è necessario riproporre la manifestazione proprio a Carpino?

L.C.: Stiamo valutando…

 

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