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Peppe
Barra
LA GUERRA DI PEPPE BARRA PER IL NOSTRO PIACERE
Per i pochi che non lo sapessero Peppe ha cominciato ad acquisire notorietà lavorando con una banda di artisti controcorrente che alla fine degli anni '60 fecero una scommessa e la vinsero clamorosamente (sfidando il rock, il blues ed il pop che all'epoca imperavano): decisero di mettere in piedi la Nuova Compagnia di Canto Popolare (qualcuno in un libricino dichiarava che Peppe era quello che arrivava agli appuntamenti con qualche oretta di ritardo, particolare confermatoci da Patrizio Trampetti che, nonostante ciò, ancora oggi felicemente con lui collabora). Da allora in poi la carriera di Peppe è storia ampliamente documentata; noi vorremmo solo aggiungere che il tandem artistico con l'indimenticabile e travolgente Concetta era una di quelle combinazioni a dir poco ipnotizzanti. Sentirli duettare dai palcoscenici provocava quel piacere di potersi dire "eccoli, raccontano e vivono le mie radici, fanno parte di me, sono una parte di me, magari la più recondita, la più celata forse perché irriverente, o sardonica, o trasgressiva…o semplicemente vera, rivista da epoche ed angolazioni differenti".
Il disco è un morbido, avvolgente, caldo mantello che ci riscalda il cuore, con le varie tessere di una vita vissuta alla luce di esperienze oltre confine, con spruzzate di momenti ironici, sofferti, liberatori, teneri, divertenti. Graditissimo l'omaggio al Fabrizio di tutti i tempi con la straordinaria "Don Raffaè", lavoro realizzato su proposta di Dori Ghezzi e connotato dal pathos e dalla napoletanità di Peppe. Ma dovremmo citare altre tracce quali "Suonno", "Barcarola", una eccellente rielaborazione del "Canto dei Sanfedisti", "Guerra". Concediamoci però un momento di suprema catarsi con l'ascolto di "Escagliento"… "Jesce sole, ca tu ci si patrone, ca salvi e puverielli da la guerra e da turmienti…" un violino planetario, tutti gli archi suoi fedeli seguaci nel volo fino al Burkina Faso, riconoscere le nostre origini, quelle di tutti, fonti perpetue di ricchezza, e percuotere tamburi di riscossa,… la guerra si può vincere. E torna in mente un detto antico: "quant'ì uerra, ì uerra pe' tutte".
------------------------ Con Peppe Barra, Nero ha dipinto... |
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