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Carlo Faiello

LE DANZE DI CARLO

Carlo Faiello - Le danze di Dioniso Quanta vita e quanta energia creativa in quei Quartieri Spagnoli di Napoli. È da lì che proviene Carlo Faiello, contrabbassista ormai noto sulla scena della musica popolare sin dall'orchestra di R. De Simone, fino alla sua presenza dal 1984 al 1998 nella Nuova Compagnia di Canto Popolare, formazione all'interno della quale era autore/compositore oltre che contrabbassista. Inoltre è doveroso citare altrettanto gloriose collaborazioni quali quelle con Roberto Murolo e Lina Sastri. Ora Carlo si mette in proprio, e possiamo dire che il risultato merita di essere annoverato fra i dischi da ascoltare.

Gli da credito un'etichetta tedesca: la "Orient Musik" ed il suo progetto si concretizza dando vita a "Le danze di Dioniso" presentato al Welt Music Festival (Womex) di Berlino. Il titolo del disco è già un programma da scoprire in quanto Carlo ha voluto a suo modo recuperare simbologie proprie della cultura Mediterranea; e dove di meglio poteva andare a pescare se non nella ricchissima e grandissima Grecia? Poi ci fa particolare piacere che abbia avuto un occhio di riguardo per Dioniso, la divinità preferita degli "attarantati". Ma oltre a questa simpatia per il dio che ben conosciamo, Carlo ci tiene a spiegare che il mito di Dioniso, influenzando l'andamento della storia della musica con il Ditirambo, ha dato l'indicazione per la nascita della Tragedia, e quindi della Commedia, dell'Opera Buffa, dei canti carnevaleschi.

Quindi Carlo cerca di ricontattare le danze delle baccanti, la metrica poetica di Atene, i ritmi cretesi; ed ecco il miscelarsi di tammorre, riq, bouzouki, ciaramelle, oud, chitarre battenti ed altro ancora che accompagneranno tammurriate, moresche, canti di invocazione a Dioniso, temi arabi del nostro Mediterraneo (senza mai dimenticare la devozione per qualche mamma/madonna). In tutto questo si è avvalso di preziose collaborazioni: Giovanni Mauriello (indimenticabile voce della NCCP), Enzo Gragnaniello, la bella voce di Rachele Cimmino, Giovanni Coffarelli, il contadino cantore di Somma Vesuviana, grande archivio vivente della tradizione campana (a cui hanno attinto lo stesso De Simone, A. Lomax, D. Carpitella, Annabella Rossi), attualmente componente de "La paranza di Somma Vesuviana". Dicevamo della creatività dei Quartieri Spagnoli, anche nell'antica arte della "mariuoleria", e questo ci viene simpaticamente ricordato in un pezzo che ci colpisce in maniera particolare: "Algeri".

È particolarmente efficace la descrizione musicale che ci evoca le casbah algerine, gemellate per l'appunto ai Quartieri Spagnoli, dove Carlo canta significativamente "m'aggio 'mparato a correre…", il tutto corredato da un sottofondo RAI, con ciò che comporta, vale a dire dalla voglia di riscatto alla tristezza lieve e delicata, dalla sensualità all'ipnosi. Ma è doveroso citare "Ausonia", una affascinante tammurriata cantata per l'appunto da Giovanni Coffarelli; e dato che il tamburo batte dove il dio vuole, consigliamo di lasciarsi trasportare in scenari di festa tipici dei baccanali greci ascoltando "Mnemosyne" e "Ela Dionysé" (il ditirambo a cui si faceva cenno in precedenza). Insomma, si palesa il rischio che ci si possa convertire alla fede, seppure pagana, per l'antico e affascinante dio della danza e dei rituali di possessione (qualora non gli fossimo già devoti…)

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