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LE VOCI DELLA STORIA

Cicale, voci lontane, assolate, voci profonde quasi a riprodurre i khoomj della Mongolia, un paesaggio nuovo, inesplorato, ma riconoscibile per alcune sonorità vocali che si odono, ormai facenti parte della memoria storica della musica popolare. Ecco il benvenuto del nuovo lavoro che la NCCP ci propone per un gradevolissimo ascolto intriso di nuove emozioni e, per l'appunto, costellate da voci straordinarie: "La voce del Grano".

La voce del grano, ci racconta Corrado Sfogli, è la voce di tutti gli spiriti e le forze che una volta popolavano la natura, quando alla natura veniva ancora riconosciuta la sua connotazione animista, con spiriti buoni e cattivi, rappresentati da fate, gnomi, folletti. "La voce del grano" sussurra musicalmente il bisogno irrinunciabile ed ineliminabile di poesia e fantasia. Tra melodie, ritmi e strumenti raffinatamente miscelati tra tradizione e contemporaneità, tra "napoletanità" e svariati altri luoghi lontani, si stagliano richiami, gorgheggi, lamenti, vocalizzi che mai ci stancheremo di ascoltare e apprezzare. L'inconfondibile registro vocale di Fausta Vetere ci offre sempre quella perfezione esecutiva della tradizione napoletana, questa volta vestita anche di un velo di malinconia. Che dire di Marcello Colasurdo che ci fa volare lontano e ci richiama a sé vicino con la sua profondità e coloritura, sincerità e sicurezza?

E poi la voce cristallina e dinamica di Gianni Lamagna. Insomma, fosse solo dal punto di vista canoro, è un disco ben progettato ed eseguito. Ma di non inferiore portata è il contenuto melodico e strumentale. Una strabordante proposta di percussioni saggiamente dosate ed altamente efficaci; puntuali interventi di liuti vari e fisarmonica rendono ancora più internazionale ed affascinante il sound di questo lavoro, il tutto su un morbido tappeto qual è quello di Ziccardi. Un nota di merito a Corrado Sfogli, Michele Signore e Pasquale Ziccardi per la composizione di musiche e testi, soprattutto perché hanno sempre viva la capacità di portare alto il nome della NCCP, una formazione che dal 1967 riesce a far parlare nel mondo di Napoli e della tradizione oltre le plastiche immagini di Napoli da cartolina, della "pizza e mandolino".

Un gruppo con produzioni che danno il segno tangibile di come, dopo la ricerca e l'ottima riproposizione della tradizione, una band sappia rinnovarsi e dare contenuti che destino interesse. Alcune "lead tracks"? Sicuramente il brano omonimo, "La voce del grano", altamente coinvolgente a livello ritmico, con indovinati cambi armonici e tonali che aprono nuovi varchi nel panorama del mondo della musica napoletana; come anche un'altra tammurriata ci dà il lasciapassare per voli questa volta più rasenti la tradizione: "Chi è devoto".

Facile arguire che è un canto per una delle Madonne/Mamme della tradizione, e chi meglio di Marcello poteva dare l'immagine di quello che accade ancora oggi nei luoghi deputati per la devozione, essendo egli stesso presente a tutti i rituali, in prima persona cantante. In particolare tale brano, con sonorità ed effetti magici che contornano la sua voce, ci dà la reale portata della forza dei riti di devozione e pellegrinaggio. E poi "Accussì"… "a volte per sognare basta poco… al mondo molta gente guarda solo avanti, e non si accorge di tutto l'amore che le passa affianco… io attraverso la musica voglio imparare per poi raccontare"… Dimenticavamo: brava Harmony Music!

Da qualche tempo riesce ad indovinare le buone realizzazione musicali a dimostrazione che il mercato può fregiarsi di buona musica senza dover immettere prodotti inquinanti come alcune etichette cercano di fare pur di allungare i cataloghi. E a proposito di cataloghi è sempre l'Harmony che ha deciso di distribuire interessantissima musica world per aprire orizzonti di ascolto e cultura.

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