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CUORE DEL CUORE DEL SUD
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La musica popolare
è lallegra bandiera da sventolare in nome di un Sud
che trasmette valori e saperi utili per un proseguo di una vita
dignitosa, oltre ogni tentativo di omologazione e assuefazione a
facili consumi e distruzioni di qualsivoglia genere. Teresa De Sio
ritiene che la musica popolare sia musica ecologica, la musica dei
popoli del mondo che viene tramandata da millenni e che non potrà
mai morire. Ogni oggetto della nostra età contemporanea ha
una funzione ed un uso limitato e, ritiene la nostra artista, dopo
il suo limitato periodo di funzionalità ci assilla con la
sua inutile e invadente presenza. Questa musica invece è
totalmente biodegradabile, consumabile fino in fondo,
è lArmonia Perduta che preme dal profondo e tenta
una nuova fioritura.
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La musica
popolare è il mezzo con cui ancora oggi si riesce a comunicare
ciò che la contemporaneità ritiene insulso, non commerciabile,
non economicamente produttivo: la reale comunicazione con laltro,
linstaurare una genuina relazione, la capacità di esprimere
sinceramente il mondo interiore con tutti i sentimenti che ne derivano.
Teresa De Sio tutto ciò lo ha bene impresso nellanimo e,
grazie al suo grande ed impareggiabile talento, riesce a trasmetterlo
con una canzone, una chiacchierata, uno sguardo.
Il suo percorso la vede ventenne nella magica esperienza di Musica Nova,
quando si sfidava negli anni 70 la grande ondata di eccellente musica
rock e psichedelica rielaborando musica tradizionale, abbinando linguaggi
folk a canzoni inedite. La sua presenza nellensemble pilotato da
Carlo dAngiò ed Eugenio Bennato ha segnato certamente il
periodo doro della stessa band.
Gli anni 80 vedono poi Teresa in prima linea con grandi ed indimenticabili
successi.
Ma oggi siamo nel terzo millennio, con tutto ciò che comporta;
non ultimo il meraviglioso fenomeno denominato Neotarantismo.
Teresa è pronta per una ennesima nuova esperienza: adunata per
alcuni musicisti che con lei imbastiranno un disco incredibilmente affascinante
e travolgente, A Sud! A Sud!
Un disco probabilmente meditato, sognato, progettato per tanti anni. Possiamo
dire che lattesa è stata veramente ben ripagata. È
questo un disco dove Teresa ci regala tutto il suo vissuto esperenziale
costellato da centinaia di concerti in tutto il mondo e collaborazioni
magiche (Brian Eno, Michael Brook, Fabrizio De Andrè, Steward Copeland,
e non ultimo, il navigatore Giovanni Soldini). I suoi viaggi attraverso
altre tipologie musicali le hanno conferito un bagaglio incredibilmente
ricco di spunti per poter concepire un disco ove possiamo annusare i suoi
vissuti oltre il Meridione, oltre il Mediterraneo, ma con Napoli sempre
nel cuore, Napoli come base da cui volare per i lidi più inimmaginabile
dellarte e della musica di cui Teresa ce ne illustra i contorni.
È uno di quei rari dischi che si riescono ad ascoltare per intero
(siamo oramai invasi da cd che scimmiottano, che imitano, inevitabilmente
tediandoci e irritando i nostri sensi). È un disco che per un verso
o per un altro ti ammalia di continuo, ti coinvolge e ti lascia un sapore
di felicità, ma soprattutto di speranza
Possiamo evidenziare il suo essere composto da due momenti: la riproposizione
di brani facenti parte di un repertorio prettamente folk, ed una parte
comprensiva di pezzi originali di Teresa, oltre a suoi brani rielaborati.
Non possiamo a questo punto non annoverare le canzoni di Carlo dAngiò
O diavolo sarrecreia e Quanno turnammo
a nascere ove Teresa si lascia andare in una interpretazione
altamente coinvolgente grazie alle sue singolari capacità di esternare
espressioni foniche pregne di emozioni e affettività.
Un brivido ci correrà sulla pelle allascolto della celeberrima
La Montanara, resa famosa ai più da Andrea Sacco.
E oltre ad un brivido, altre emozioni ancora più tenere potrebbero
attanagliarci nellascolto de Lu bene mio di Matteo
Salvatore, col sapiente violino di Erma Castriota e la sincera fisarmonica
del giovanissimo Puccia che esaltano ancora di più la dolcezza
della voce di Teresa.
Lamore per Napoli è forte tanto quanto evidenti le contraddizioni
della magica città: Mamma Napoli, con le sue
danze, i canti, il mare, e Stammo buono, un eccezionale
manifesto che illustra la Napoli per quello che è al di là
della sua immagine da cartolina, con le sue povertà
e le sue nefandezze,
straordinariamente addizionata della voce dellunico
Raiz
Incantevole Addio, ma ancora più ipnotizzante
Stelle, un brano che si avvale dellincontro di
Teresa con il grande musicista brasiliano Lenine, il quale le lascia in
eredità un brano che la Nostra sapientemente ci confeziona per
il nutrimento delle nostre Anime. Delicato e ottimale lapporto di
Vito De Lorenzi alla sua batteria.
Ma dopo aver ascoltato un così buon lavoro, amiamo gioire, esultare,
perderci nella transe del piacere e nellebbrezza delloltrepassare
i limiti dellordinario
e allora la più bella versione
di Aumm Aumm la troviamo come ultima traccia per darci
lestasi quando con grande sapienza Teresa ci conduce altrove
con una tammurriata psichedelica, riconducendoci poi con i piedi per terra
grazie alla sua voce, qui come non mai travolgente ed esaltante.
Doveroso annoverare lormai ottima e consolidata collaborazione con
Sasà Flauto che ha collaborato, oltre che come musicista, anche
in qualità di arrangiatore produttore di studio.
A questo punto ci potremmo semplicemente chiedere perché già
più non ricordiamo i vincitori di Sanremo, mentre nei nostri archivi
genetici abbiamo ancora ben impresse nenie, serenate, stornelli, danze,
rituali di secoli e secoli precedenti.
È questa la musica del nostro riscatto, suonandola, come
meridionali e italiani, possiamo stare dritti, in faccia al resto del
mondo
E sicuramente mai morirà se a veicolarla sono talenti e voci pari
a quelli della unica e straordinaria Teresa
Tarantula
Rubra
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