Tarantula
Rubra chi è? Musica e interviste
Transe
Tarantismo e NeoTarantismo
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LA TRANSE, COMUNICAZIONE CON GLI DEI
Nellottobre
1999 progettai e realizzai un programma per Radio Onda Rossa, a Roma,
chiamandolo Tarantula Rubra, nome che omaggiava la più scatenata
delle tarante analizzate da De Martino, vale a dire quella rossa, colei
che induceva alla danza e che più di ogni altra probabilmente avrebbe
scacciato la malinconia.
Tarantula Rubra divenne il mio pseudonimo e col programma venivano (e
tuttoggi vengono) irradiate informazioni sul tarantismo, sulle culture
e tradizioni dei vari Sud, sulle transe, accompagnate, ovviamente, da
pizziche, tarantelle, tammurriate e musiche di oltre confine che avessero
legami con rituali.
Organizzando concerti di gruppi riproducenti le musiche in questione si
rilevò unaffluenza oltre ogni previsione. Tali fenomeni non
potevano passare inosservati alla curiosità sociologica e decisi
di condurre delle interviste, soprattutto a coloro che si scatenavano
nelle danze (prevalentemente in località lontane dal Salento).
Discutendo in alcuni convegni, grazie anche allapporto di Georges
Lapassade, si decise di dare nome ad un fenomeno che sempre più
assumeva i lineamenti di un movimento: il NEOTARANTISMO. Gli aspetti
di tale movimento vedono spaziare linteresse per la musica tradizionale
per il Sud Italia e per la cosiddetta world music; si esprimono bisogni
e desideri di nuovi rapporti comunicativi, di richieste relazionali altre
a dispetto dellomologazione imposta dallalto e dai media,
da quel diktat che ci vorrebbe tutti uguali nei consumi e atrofizzati
nella solitudine. Un movimento che reclama nuove forme di
catarsi e liberazione rifacentesi a quelle che erano musiche e danze millenarie,
ripercorrendo la nostra storia senza passare ulteriormente da reiterate
sofferenze quali il morso, il veleno.
Fu appunto dalle ricerche condotte tra i fruitori della cosiddetta musica
attarantata e dalle interviste a loro somministrate che più
forte di ogni altra cosa emerse la richiesta di Transe e di Liberazione
( cfr. Neotarantismo Pizzica, transe e riti dalle campagne
alle metropoli, Stampa Alternativa, 2004).
Probabilmente gli
intervistati usano il termine transe per esprimere un forte
bisogno di ex-stasi, sicuramente non più legato alla medicalizzazione,
ma connotandolo con una valenza ed un significato specifico e attuale.
Un bisogno certamente connesso al terzo millennio, in cui le paure e le
angosce hanno pesante rilievo in una società che assume aspetti
di forte competizione, ma che porta i giovani alla soglia delletà
lavorativa sempre più fragili, con grandi incertezze e impossibilitati
a raggiungere traguardi anelati e/o indotti. Giovani che fanno proprie
le paure dei loro genitori giustamente timorosi ed incerti.
Weber riteneva che letica protestante sostenesse laccumulo
di denaro e ricchezze come lasciapassare per la salvezza dellanima.
La presunzione del capitalismo e delle civiltà intorno ad esso
costituitesi ha fatto sì che, seppur staccandosi dalla motivazione
religiosa, tale obiettivo si imponesse in ogni dove; portando alla convinzione
che le realtà non adeguatesi a tali dinamiche saranno da ritenersi
culture e civiltà arretrate, da conquistare, civilizzare,
modernizzare
Il neoliberismo, la globalizzazione del mercato mietono
vittime fra coloro che non ce la fanno; la vita umana è sempre
più solo merce, prodotto da (s)vendere per vincere.
Rilevante ruolo assumono in tutto ciò i media del momento che amano
giocare con una sorta di globalizzazione della sfera emotiva,
inducendo inoltre ad una dipendenza cognitiva, cioè
alla convinzione di doversi riferire necessariamente ai media per la conoscenza
della realtà sociale.
Tale globalizzazione delle emozioni perpetrata dai media passa attraverso
una esasperazione delle emozioni stesse, dovendo il fruitore subire quotidianamente
una Tv necrofila che scardina lentamente, ma costantemente, i meccanismi
di difesa dellinconscio, rendendolo più debole e vulnerabile,
con un incalzante incedere della rimozione di una cultura della vita,
e facendolo adeguare ad una ricreazione della stessa secondo regole sempre
più funzionali al sistema.
Fortunatamente lutente
può, e ha già cominciato a dirigersi verso valori che proprio
la globalizzazione economica e televisiva hanno cercato di cancellare:
si esprime quindi il bisogno di guardare alla tradizione come mezzo per
riappropriarsi di simboli, gesti, suoni, danze, sguardi, momenti collettivi;
perché è nella collettività, nella comunità
che sta la salvezza dalla solitudine impostaci dai media globalizzati
e dai processi produttivi del capitalismo del terzo millennio, dalla ricchezza
intesa solo come accumulo di merci e denari.
Lo strumento primario, il più immediato perché la gente
comunichi, perché i popoli scambino le proprie culture, le proprie
differenze è la Musica, colei che conserva le nostre memorie, le
nostre storie, il mezzo comunicativo per eccellenza, prima ancora della
parola; ciò che ha riprodotto il ritmo del cuore tramite il tamburo,
colei che ha scritto nelle coscienze collettive gli archetipi delle nostre
civiltà. La musica, onde sonore, onde di energia che si intersecano
con le emozioni, espressione dellincontro tra realtà psichica
e mondo esterno.
Nello specifico, oggi è quella iterativa, ossessiva, sincopata,
catartica
la musica che permette una liberazione forte, reclamata,
urlata. Per quanto attiene al nostro discorso e al Neotarantismo, sarà
la Pizzica colei che consentirà ai fruitori le trasformazioni,
reintegrandoli grazie al suo potere ipnotico, aiutandoli a passare da
una situazione conflittuale e carica di emozioni negative ad una situazione
più serena, dato che la catarsi agevola il defluire di angosce,
ansie, aggressività
stati danimo spesso connessi a incapacità
di collegamento fra realtà e immaginazione. Non ultime la musica
techno e la musica psichedelica, strumenti pari alla pizzica, ma che passano
da altri modelli culturali e sociali.
Si evince un comune
denominatore: un ritorno forte e dirompente alla volontà di estasi,
la voglia di transe, lesigenza di oltrepassare i limite del Sé,
di liberarci dallillusione del tempo, di trascendere il proprio
io dalla realtà individuale verso la iper-realtà originaria,
dove luno è lunica e vera realtà. Dove sarà
possibile che riappaia quellorigine solo nelloblio del Sé.
La musica, considerata nella sua autenticità, è transe;
era la possibilità di comunicare con gli dei, era la possibilità
dellunità, della visione del Sacro.
Con lausilio di droghe sintetiche si vivranno in luoghi quali le
discoteche ed i rave situazioni che rivelano grandi affinità con
i rituali dionisiaci o con le scadenze periodiche dei riti misterici.
(cfr. Dissociazione e creatività La transe dellartista,
di prossima pubblicazione, Campanotto Editore).
Oltre le contraffazioni,
proprie di alcune etichette discografiche dedite a speculare producendo
cloni di pessima qualità, la salvezza è stata e sempre sarà
nella musica, quella che giunge da cuori lontani, e che dai nostri cuori
si innalza per conquistare il valore più agognato dallessere
umano: la liberazione.
Anna Nacci
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