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Tarantismo, che passione!

Raduni a Roma e a Bologna di 1000 - 1500 persone, in delirio per la "pizzica tarantata". La riscoperta del fascino magnetico della musica popolare salentina nelle piazze e nelle rassegne musicali. Fenomeni collettivi che hanno indotto la sociologa e scrittrice ostunese Anna Nacci a parlare di "Rinascita del Tarantismo", ovvero di "Neotarantismo".

Sviluppatosi più di mille anni or sono nel Salento, il ballo - rituale della "taranta", secondo l'antropologo Ernesto De Martino, fungeva da "terapia di gruppo", liberando la popolazione contadina, in particolare le donne, dall'ansia legata all'oppressione sociale ed ai tabù sessuali.

Alcuni sociologi, come la Nacci, ed etnologi, anche se non unanimemente, affermano che questo fenomeno riviva ancora oggi nella società occidentale, in un contesto geografico ben più ampio: "Ricerche ed interviste da me condotte" afferma la Nacci "hanno dimostrato che la fruizione della musica "attarantata" oltrepassa l'area meridionale per estendersi al Nord - Italia ed all'estero".

E non si tratterebbe di un semplice revival musicale, ma di un vero e proprio rituale liberatorio e terapeutico: "Questi riti universali esprimono un bisogno di socializzare ansia, depressione e quindi di guarirle attraverso la condivisione. Un ruolo oggi svolto dagli psicofarmaci e dalla psicoterapia".

Quali dunque le ragioni di questo ritorno alla "pizzica"? "Innanzitutto l'esigenza di un ritorno a valori tradizionali orami cancellati dal livellamento culturale dei media; il bisogno di identità e, non ultimo, il desiderio di liberazione e di transe avvertito da molti giovani". La ricerca condotta dalla Nacci sul mondo giovanile e sui gruppi di musica etnica (soprattutto nel corso della trasmissione radiofonica per Radio Onda Rossa), ha così ispirato il libro "Tarantula Rubra", che include alcune interviste a noti compositori di questo genere musicale.

Un altro passo avanti in questa appassionata ricerca della scrittrice è stato inoltre un convegno svoltosi lo scorso 3 febbraio a Roma (dal titolo "Tarantismo e Neotarantismo"), cui hanno partecipato etnologi, studiosi e musicisti. Le attività che la nostra "vulcanica" concittadina ha attualmente in cantiere, sono un secondo libro sul Convegno (cui faranno seguito molto presto iniziative simili) ed un nuovo sito Internet: www.tarantularubra.it. il sito ("Un regalo che mi hanno fatto i miei radioascoltatori", ci spiega la Nacci), intende guidare il visitatore nel mondo della musica popolare attraverso i percorsi semantici che essa offre ad altre forme espressive: in quest'ultima sezione, la voce "Letteratura" è curata da una giovane "bibliofila" ostunese laureata in Lettere, Daniela Pantaleo.

Nonostante i numerosi impegni che la vedono in giro per l'Italia, Anna non trascorre quasi mai lunghi periodi lontano dalla città natale. Le chiediamo dunque quale sia il suo rapporto con Ostuni e se abbia cercato di portare qui la sua musica. Ci dice di amare molto la sua città ed il paesaggio circostante, ma di essere dispiaciuta per la scarsa attenzione dimostrata dall'Amministrazione Comunale verso la musica etnica (della quale è stata bocciata l'anno scorso una sua proposta di kermesse); "Se si vuole assistere ad una valida rassegna di musica o di spettacoli, bisogna spostarsi nei paesi circostanti. Altrimenti ci tocca vedere la nostra bellissima piazza fare da cornice a squallide rassegne musicali, le cui canzoni sono destinate a "morire" dopo un paio di mesi. Questo dimostra che la vera musica dura per millenni".

 

KATIA D'ERRICO   Lu Bannetore 6 aprile 2001

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