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Magiche litanie mediterranee, dai sanfedisti ai tarantati

E' uscito "Pizzica la Tarantula", antologia di gruppi meridionali
che ripartono dalla tradizione popolare e la rendono attuale

"Santo Paolo delle Tarante pizzichi le ragazze tra le anche…", da San Paolo a Galatina nel Salento, dalla famosa cappella sconsacrata innalzata in onore del santo, agli studi di Ernesto De Martino e di Diego Carpitella, di Lapassade finanche alle personali esperienze di Anna Nacci, musicista e scrittrice.

Il pizzico della taranta e l'efficacia della musicoterapica del violino hanno avuto un'ampia risonanza, tant'è vero che in molti locali underground e piazze italiane, da sud a nord, persone di tutte le età ballano ancora oggi al ritmo della tammorra, e la taranta si rivela sotto nuove formule. E in questa direzione si colloca la compilation dal titolo Pizzica la Tarantula curata dalla stessa Nacci , una raccolta di brani dei più illustri esponenti di musica tradizionale stampata dalla etichetta indipendente Blond Record e distribuito dal Manifesto, Good Fellah e dalla Nda.

Chi pensava che la taranta fosse morta o fosse solo un lontano ricordo appannaggio dei Cantori di Carpino, o alla esclusiva portata degli ottuagenari contadini pugliesi ha l'opportunità di ricredersi quando a cantare e suonare la pizzica sono anche i giovani e/o i colti rappresentanti della musica popolare italiana.

Ma torniamo al disco. Pizzica la Tarantula è una stupefacente distillazione e rielaborazione di canti tradizionali tra cui sono compresi due inediti ed alcune nuove composizioni, non solo pizziche ma anche espressioni devozionali e liriche popolari.

Spicca all'occhio il magniloquente Canto dei Sanfedisti, una toccante interpretazione di Peppe Barra magistralmente accompagnato dal sublime violino di Lino Cannavacciuolo, sempre d'attualità con l'imminente ritorno dei Savoia, "…sona carmagnola, sona li cunziglie, vive 'o rre cu la famiglia" recita beffardo il ritornello al ritmo perseverante della tammorra, l'intensa espressività vocale di Faisal Taher nel canto Baladi/Tarantella del Gargano, la ricerca delle affinità tra le musiche del bacino del Mediterraneo di Cantodiscanto, il sincretismo tra colto e popolare del Canzoniere Gracanico Talentino, le diverse forme di pizzica sperimentale degli Arakne Mediterranea, la rivelazione dell'Ensemble Tarantula Rubra, i suoni erranti di Phaleg, all'occhio la traccia cd rom con la performance di Pierangelo Colucci, i danzatori di scherma (danza simile alla capoeira) di Torre Paduli e quella della cantora di Carpino.

Insomma il tarantismo va avanti per la sua strada seguendo il suo corso, per la sua funzione terapeutica, ne cerca delle altre, l'eredità degli antichi cantori e musicisti "curatori" viene raccolta da altri, da quanti intendono la tradizione come processo dinamico, in continuo mutamento osmotico capace di conservare quello di prezioso la storia (e la musica) è in grado di insegnare e di rielaborarlo sotto nuove forme, la pizzica, la tarantella e le tammurriate possono essere intese come musiche di ieri ma anche di oggi, di vecchi ottantenni e giovani ventenni, ricercando e connettendosi con espressioni musicali altre, culture differenti ma simili, in grado di sprigionare ugualmente la propria forza catartica e accomunare il destino di vari diseredati.

Riordinazione distici, strofe, che vagano da un canto all'altro, da una zona all'altra con inevitabili varianti world, questa l'operazione condotta da molti degli esponenti della cultura popolare odierna. Come a metabolizzare il destino antico di un popolo per poi dargli corpo e afflato universale.

Non un gruppo di scoppiati che picchiano incessantemente il tamburello; la scena della pizzica contiene di tutto e i confini non sono mai netti, contiene tracce di folclore locale ed esperimenti di innesto tra suoni tradizionali e glaciali fibrillazioni urbane, un rapporto intenso con la ricerca e col divertimento.

GRAZIA RITA DI FLORIO


Dal Manifesto - febbraio 2002

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