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Sulla transe
Tarantula Rubra

"Tarantula Rubra"[...] "Facendo un balzo dal Salento a Roma, a Milano, nelle grandi città mai coinvolte dalla storia e dalla cultura della taranta, risulta quantomeno inaspettato che tali ritmi, proprio nell'esagerazione dell'invasione tecnologica, vengano attesi, richiesti, ballati, anelati.
Eugenio Bennato parla di alchimia musicale, Carlo D'Angiò di magia musicale, Teresa De Sio di bisogno di trance... è tutto meravigliosamente vero... L'imperare della società dei consumi, della velocità, della nevrosi, della teleatica, produce suo malgrado, il bisogno di trance, il bisogno di estasi, di tribale.

Urge "uscire fuori di sé", urge l'ex-stasi per poi spostarsi nella trance, per perdersi; e durante questa perdizione sconfiggere i paradigmi consumistici, per poi ritrovarsi all'uscita della crisi con la crescita che ogni crisi determina, con la rinascita che ogni crisi porta con sé. Passano i secoli, ma le ansie, gli affanni, i bisogni non mutano.

Lo sfruttamento, la "fatica" (per dirla in napoletano) invece del lavoro, del giusto e sacrosanto diritto ad un lavoro che gratifichi l'individuo, la possibilità del creare, del gioire, del sognare, del vivere; il bisogno di amore, di identificazione, di sicurezza... sono gli antichi bisogni inalienabili appartenenti alla storia dell'umanità. La tecnologia avrebbe dovuto permettere di faticare di meno e dare l'opportunità all'individuo di riappropriarsi del proprio tempo... la tecnologia ha in realtà permesso di lavorare meno ma in termini di disoccupazione; ed il nostro tempo è sempre meno, come sempre meno riusciamo a comunicare, a creare, a crescere, a ritrovarci.

Ed ecco la necessità di perdersi nella trance. Le culture primitive avevano le loro terapie attraverso i riti dionisiaci, lo sciamanesimo, i riti vodoo, gli spiriti loa, gli spiriti bori, zari, jinn, che possedevano coloro che avevano bisogno della liberazione da qualsivoglia tipo di sofferenza psichica; le danze hadra, la macumba, la santeria, il domblè... le tarantelle.

Ed ecco lo strumento per saltare nella trance psichedelica, l'unico veicolo che ci permette di perderci per poi stabilire nuovi significati e rapportarci in una maniera diversa con la realtà: la musica. Questa musica: iterativa, ossessiva, accentuativa, sincopata, catartica, nel senso che permette una liberazione forte, reclamata, urlata." [...]

Questi brani sono tratti dal libro
Tarantula Rubra
Anna Nacci, Ed. RADIO ONDA ROSSA, 2000

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