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ALLUCINOGENI E CRISTIANESIMO

“[…] La vastità del tema mitico dell'Albero Sacro ci costringe a interrogarci sul motivo per cui l'albero sia stato così valorizzato presso quasi tutte le culture umane, soprattutto nel mondo eurasiatico.

Ci risulta infatti difficile credere a un “culto dell'albero” in quanto tale: da nessuna parte l'albero assume importanza per sé stesso, ma sempre e soltanto per ciò che rappresenta o sottintende. (...) Anche nella tradizione testamentaria è presente un adattamento di questo “albero sacro”, e più precisamente proprio nella vicenda che vede protagonisti Adamo ed Eva nell'Eden, il Paradiso Terrestre.

L'Eden, come ogni altro luogo mitico, è di impossibile localizzazione geografica, ma è presumibilmente collocabile nell'area in cui si svolsero gli avvenimenti biblici, cioè tra la Mesopotamia e l'Armenia, quindi l'albero in questione poteva essere una conifera. E proprio nel centro dell'Eden stavano due “alberi” particolari, ben distinti da tutti gli altri: l'Albero della Vita e l'Albero della Conoscenza del Bene e del Male.

Sappiamo tutti come andò a finire la storia: Adamo ed Eva mangiarono il “frutto” dell'albero proibito e vennero cacciati dall'Eden per essere diventati “simili agli dei” e perché non consumassero anche il frutto dell'Albero della Vita. Il consumo dei questo “frutto proibito” portò un nuovo livello di coscienza nei nostri antenati, simboleggiato miticamente con la coscienza della nudità.

Chi redasse i racconti della Genesi era probabilmente a conoscenza della tradizione enteogenica, e perciò si guardò bene dal rivelare la natura del “frutto” della conoscenza: scriveva per gli iniziati, i quali sapevano perfettamente di cosa si parlasse, mentre i non iniziati, i “non degni”non potevano e non dovevano capire di che tipo di “mela” si trattasse. [...]”


“[...] La consumazione del mitico “Frutto” non come peccato ma come compimento originario dell'autocoscienza li rende “(...) nudi rispetto alla gnosi”; scoprirono cioè di “sapere che [prima] non sapevano” e di ciò si vergognarono. Il passo non ha bisogno di ulteriori commenti, il riferimento a sostanze allucinogene è quasi esplicito, l'ipotesi che tali sostanze abbiano contribuito nella filogenesi, alla formazione dell'autocoscienza, caratteristica esclusiva della specie umana, è per l'appunto solo un'ipotesi che non potrà mai essere dimostrata, ma giova ricordarsi di questa possibilità. [...]”



Questi brani sono tratti dal libro
Allucinogeni e Cristianesimo – Evidenze nell'arte sacra

Fulvio Gosso – Gilberto Camillia, COLIBRI' 2000

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Per saperne di più: Tarantismo e NeoTarantismo

 

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