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Le feste dei poveri

[…] “Spesso i santuari dedicati alla Madonna sorgono in luoghi cultuali precristiani. In alcuni casi il rapporto tra cristianesimo e cultura religiosa è esplicato dallo stesso clero. È questo il caso della Madonna del Canneto, il cui santuario sarebbe sorto su di un tempio dedicato alla dea Mefiti.
[…] l’ambiente naturale nel quale sono collocati diversi santuari è simile a quello di santuari precristiani dedicati a divinità femminili di origine mediterranea, diffusi nel mondo antico sia a livello di religione egemonica – religione greca e romana - di religione popolare. Infatti, l’ambiente naturale tipico di questi santuari era caratterizzato dalla presenza di monti, rocce, grotte, folti boschi, acque sorgive.
Di tale ambiente naturale “bisogna dire – scrive Angelo Brelich - che in Asia Minore la grotta è il luogo sacro per eccellenza della Grande Madre che abita nel monte e quindi i suoi santuari sono o grotte naturali o scavate nel monte. […] Sembra fin d’ora legittimo supporre con vari studiosi che le grotte sacre ospitino più volentieri divinità femminili, aggiungendo che quelle maschili vi figurano per lo più come neonati legati alla madre o alla nutrice”. In ambienti simili è collocata una serie di santuari: Madonna delle Tre Fontane, Madonna del Canneto, Madonna del Soccorso, Madonna di Pierno, Madonna di Montevergine, Madonna del Granato, Madonna di Viggiano, Madonna del Pollino, Madonna di Polsi.
Il santuario delle Tre Fontane, a Roma, si trova in un luogo boscoso, ricco di cunicoli e di grotte. […]

Nella ricerca condotta sui pellegrinaggi in onore dei santi, va subito notato che il numero dei santi di sesso maschile è in netta prevalenza. Naturalmente, dal momento che la ricerca non è stata condotta su tutti i santuari d’Italia centro-meridionale, ma solo su alcuni, e prevalentemente su quelli che mostravano comportamenti di ordine arcaico ( o che comunque riunissero nel giorno della festività, masse di fedeli provenienti da zone depresse), tale rapporto non è assoluto, pur conservando un valore indicativo della netta prevalenza numerica di santi rispetto a sante nell’ideologia della grazia. […]
A differenza delle leggende relative ai culti della Madonna che, come si è visto, rispecchiano in parte credenze mitiche di origine non storica, le leggende dei santi, nella quasi totalità, si presentano come storie di via del tutto particolari, con diversi livelli di aderenza alla realtà.” […]

“La povertà, il bisogno, l’assenza di strutture spingono il povero ad offrire, a pagare, a privarsi di cose utili e spesso indispensabili per posarle ai piedi della Madonna, appenderle al manto di un santo. In questa maniera il bracciante, l’artigiano, l’emigrato, per un giorno dell’anno si sente meno povero; l’atto di offrire lo fa sentire importante, simile ai ricchi del paese. E non si sente minimamente irritato o turbato dal fatto di “offrire” – lui povero – alla ricca e potente Chiesa neo-colonialista del Terzo Mondo, in quanto la Chiesa gli si mostra travestita da povera. Non marmi splendenti, cupole slanciate, cicli di affreschi, vescovi e cardinali vestiti di sete e di ricami, ma piccole chiese immerse nei boschi o strette tra le casupole dei paesi, santi scolpiti in maniera rozza, sacerdoti che parlano solo il dialetto e indossano tonache malandate. È una Chiesa che si mostra bisognosa di protezione economica; e i mediatori tra poveri e Chiesa, gli esponenti del clero locale, sono alla pari dei fedeli che si abbandonano a scene di disperazione, disprezzati dal clero “alto” perché poveri, ignoranti, perché tollerano rituali e comportamenti e perché, infine, accettano di essere i mediatori inconsapevoli del meccanismo di sfruttamento.”

 

Questi brani sono tratti dal libro
Le feste dei poveri – Annabella Rossi , SELLERIO EDITORE PALERMO, 1986

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Tarantismo e Neotarantismo: quali affinità?

Questi brani sono stati tratti da "Breve storia del tarantismo", se vuoi leggere altri testi, torna... in transe!

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