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In tutta Italia
per il giorno dei morti si preparano cibi che hanno in comune le
origini, consistenti in riti propiziatori per placare le loro anime
e ottenere prosperità: Pan dei morti; Ossi di morto, da attingere
nel vino in Veneto e Toscana; Fave dei morti, di pasta di mandorla,
da gustare in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Marche. Trovano
riscontro gli usi citati in Messico dove il dia de los muertos compaiono
ovunque i calvaras (teschi) di zucchero di colori e dimensioni diverse.
Si prepara, inoltre, il Pan de muertos decorato con fiori e frutta,
sempre di zucchero colorato che viene deposto sulle tombe, assieme
ai cibi preferiti dei defunti.
Secondo diffuse
credenze ritornano dall'aldilà per festeggiare coi vivi.
Negli ultimi sessantanni cospicue persistenze degli stessi usi sono
state rilevate a Palermo, in Barbagia, in Lucani dove, per la precisione
a Roccanova, a De Martino è stato possibile rinvenire l'ultimo
miserabile avanzo della pagana offerta di cibo ai morti: "alcune
donne vanno versando da una bottiglietta di gazzosa un po' di vino
rosso su una grossa fetta di pane scuro, che depongono poi presso
la croce sul fascio di fiori campestri".
Recupero conviviale
di laceranti distacchi - di Ottavio Cavalcanti
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