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HANNO
VISTO MIGLIAIA DI DEI
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] Per ciò che riguarda la scultura è d'obbligo
citare L'estasi di Santa Teresa portata a termine da Gian Lorenzo Bernini
tra il 1647 e il 1652, uno dei maestri del Barocco italiano, autore tra
l'altro della fontana dei Quattro Fiumi a piazza Navona e di quella del
Tritone a Piazza Barberini.
Il gruppo marmoreo è collocato nella chiesa di Santa Maria della
Vittoria in Roma e fu commissionato dalla famiglia Cornaro. Bernini all'epoca
cinquantenne era un devoto assai fervente e vicino ai gesuiti, si ispirò
per la sua esecuzione nel modo più fedele possibile al racconto
di un'estasi di Teresa che abbiamo citato, non a caso, nel capitolo su
Estasi e sessualità (capitolo 3.07).
Un angelo sovrasta la figura slanciata e sorpresa della Santa, ma ciò
che ha colpito i "malpensanti", e noi siamo tra questi, è
soprattutto l'espressione del volto di Teresa, le labbra dischiuse e sensuali,
lo sguardo desiderante che ammira l'angelo-putto che suggeriscono che,
sia pure involontariamente, anzi a maggior ragione se involontariamente,
il Bernini abbia preso a "modello" un'estasi piuttosto carnale
ed orgasmica come del resto le stesse visioni di Teresa sembrano suggerire,
in una versione sublimata, cosa che tratteremo in seguito. [...]
"[
]
Nella storia dell'umanità la musica e la danza hanno da sempre
stretti rapporti con gli stati modificati di coscienza
e un significato rituale e religioso incontestabile. Anzi, si può
dire che il movimento ritmico ripetuto sia la forma pura e cristallizzata
del rito in assoluto, e che non è mai esistita una festa propiziatoria
senza danza. Altrettanto incontestabile che essa, come pure la musica
e il canto, fin dai tempi più remoti abbia costituito una sorta
di trait d'union fra l'individuo e l'universo, e che in origine danza,
religione, trance e medicina erano inseparabili.
Il rapporto tra danza e trance è fisiologicamente spiegabile col
fatto che il movimento ritmico, se ripetuto per un tempo sufficientemente
prolungato, provoca una sospensione del respiro, sospensione che determina
un'alta concentrazione di anidride carbonica nel sangue permettendo così
l'ingresso nella coscienza delle esperienze "altre".
Non è quindi neppure un caso che l'apprendimento di canti e danze
rituali nell'antichità fossero sottoposte alle stesse regole che
disciplinavano i riti iniziatici; d'altro canto appartenere ad un gruppo
iniziatico significava anche apprenderne le specifiche danze: dai Coribanti
agli altri culti coreutico-musicali dell'antica Grecia, dai Calusari rumeni
ai Tarantolati del Salento, dai culti di possessione africani al Vodu
haitiano, tanto per fare alcuni esempi. [...]"
Questi brani sono
tratti dal libro
Hanno visto migliaia di dei
Gilberto Camilla, Fulvio Gosso - Edizioni Colibrì, 2011
http://
www.colibriedizioni.it
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