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La Grande
Madre
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[
]In
Bretagna, ancora nel nostro secolo, le donne indulgono a un rito
notturno della fecondità sfregando il grembo contro determinate
pietre. Il menhir di Saint-Cado presso Ploermel è una di
esse, e così pure quelle di Kerdef. Ad esso, a nord est di
Menec nei pressi di Carnac, le coppie sterili chiedevano la fecondità.
Di quell'usanza in vigore sino al secolo scorso riferisce Sibylle
von Reden: In determinate notti propizie a questo incantesimo
ci si recava presso la pietra miracolosa e ci si spogliava, mentre
i genitori montavano la guardia. Poi l'uomo doveva inseguire la
donna attorno al menhir sinché ella gli si concedeva. Una
simile unione avvenuta all'interno del cerchio magico attorno al
pilastro sacro avrebbe immancabilmente portato la benedizione di
un figlio.
Se pur la pietra magica ricorda il fallo, in tempi antichissima
deve essere stato vissuta come idolo della Magna Mater. Lo rivelano
chiaramente i menhir a forma di statua femminile del sud della Francia
e di altre località, presenti ovunque in numero notevolmente
maggiore rispetto ai menhir maschili. [...]
|
[...]Un tempo
accanto ai pozzi o alle acque gorgoglianti venavano venerate divinità
delle fonti e figure primordiali del profondo, delle quali, un tempo,
era signora la Grande Madre. Quando si inquina l'acqua, la dea dell'acqua
piange recita un proverbio retico dei Grigioni. Nelle antiche saghe
le ondine e le ninfe delle sorgenti boschive avevano la stessa regina.
Tra i ladini del Tirolo meridionale ella si chiamava Merisana una
sorella di Madrisa. Nelle ninfe, nelle ondine e nelle divinità
femminili dei pozzi di fiabe e saghe di epoche posteriori sopravvivono
delle parti della Grande Dea quali incarnazioni del suo legame con l'elemento
primordiale umido. Per secoli la Chiesa ha tentato, con numerose disposizioni
conciliari e con le più svariate punizioni, di spegnere la fede
popolare nella forza delle fonti sacre e i culti matriarcali ad esse connessi,
senza tuttavia mai riuscirvi con risultati convincenti.
Il fatto che in Sardegna gli antichi santuari sorgivi non siano stati
spianati, ma sostituiti da chiese cristiane poste sotto la protezione
di sante femminili, ricorda l'astuta politica di papa Gregorio Magno che
già nel VI secolo in una lettera a Melito, l'abate di un convento
inglese, scrisse: Dopo lunga riflessione ho riconosciuto che, piuttosto
che distruggere i santuari pagani, è meglio trasformare gli stessi
in chiese cristiane... è infatti impossibile mondare quegli animi
rossi dai loro errori in un colpo solo. [...]
Questi brani sono
tratti dal libro
La Grande Madre Scenari di un mondo antico
Franz Baumer,ECIG GENOVA, 2003
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