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alla Dea madre in Italia
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La Dea, pur oppressa prima da un guerriero culto maschile apportatore
di morte e poi dalla nuova religio, non scomparirà
mai completamente e si rifugerà nella propria immanenza,
in quelle grotte e in quegli anfratti dove si perpetuavano i riti
del suo culto e in cui ancor oggi possiamo sentire la sua voce parlare
a colui che ne ricerca parole per entrare al suo cospetto nel circolo
femmineo.
Tradizioni legate al culto delle acque e della Dea risultano diffuse
nel sud Italia, dove si sono conservate per millenni nelle figure
delle masciare, streghe-guaritrici che fino ai primi del
Novecento operavano nelle campagne.
Incantesimi, fascinazioni, malie, fatture, scongiuri, maghi,
fattucchiere, stregoni: relitti di un mondo oramai inghiottito dal
tempo, dove tutto era mistero e l'uomo doveva difendersi dalle forze
segrete ed ostili della natura: è così che
inizia De Martino il suo meraviglioso libro Sud e magia. La Lucania
è da sempre una regione carica di mistero, intrisa di quella
'magia naturale' che traspare da alberi e montagne, di un fascino
senza uguali. L'isolamento geografico più che in altre parti
d'Italia ha contribuito a un perfetto stato di non-mutamento e ciò
ha permesso di tramandare la conoscenza popolare di antiche tradizioni.
In Basilicata, il 'Giardino della Dea', possiamo ritrovare nella
stessa toponomastica dei luoghi le tracce di un antico culto mai
dimenticato. [...]
|
[...] Già
dal Paleolitico tante sono le raffigurazioni su osso o vasellame che mostrano
il serpente. Tra il 6500 e il 5500 a.C. teste di serpi sono riprodotte
sulle terracotte di tutt'Europa; nelle isole Egee l'animale è ibridato
con l'aspetto umano, come nel caso delle tante divinità-serpente
ritrovate a Creta insieme ai classici simboli della Mater.
Rappresentazioni zoomorfiche si trovano pure nella già citata grotta
di PORTO BADISCO in Puglia, dipinte in ocra rosso, fino all'età
del Bronzo, a cui appartiene forse la più famosa raffigurazione
della 'dama dei serpenti'. Al Tardo Minoico sono riferibili i molti templi
ritrovati in Tessaglia, spesso legati anche alla simbologia del forno.
Il serpente ha anche una valenza di nascita: infatti nell'immaginario
popolare simboleggia il cordone ombelicale che lega il neonato alla Mater
e così macrocosmicamente il rettile è l'animale d'unione
tra la Dea e i suoi figli.
Nel tempo il ricordo del serpente non va perduto. Iside, per esempio,
acquista il potere di resuscitare i morti dopo aver fatto mordere Ra da
un serpente, animale su cui aveva il controllo. [...]
Questi brani sono
tratti dal libro
Guida alla Dea madre in Italia Itinerari fra culti e tradizioni
popolari
Andrea Romanazzi, VENEXIA, 2005
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