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IL PURGATORIO A NAPOLI

[…] Lévi-Strauss ha scritto che i rapporti che una società ha con i morti sono lo specchio delle relazioni tra i vivi. È in questo senso che sullo sfondo ultramondano del refrisco delle anime pezzentelle si disegna il profilo di un’etica collettiva, di una solidarietà con i deboli, di una pietà per gli ultimi che caratterizzano storicamente l’ethos comunitario partenopeo. Anche perché a Napoli, a differenza che in altri luoghi dell’Occidente moderno, la morte non è ridotta a un semplice evento fisiologico ma resta, profondamente impressa nel tessuto culturale della città, una pietas verso i defunti che non esclude la familiarità, il coinvolgimento da parte dei vivi; qualcosa, insomma, che assomiglia a una “corrispondenza d’amorosi sensi”. I luoghi segreti della città, le case dei Napoletano sono pieni di una folla di presenze, di ombre familiari, di spiriti domestici, di altri fantasmi pronti a tornare tra i vivi per assisterli in mille modi. Come i fantasmi del teatro di Edoardo e i trapassati filosofanti di Totò. Si potrebbe dire che, come era per i greci, qui i morti siano una categoria particolare di viventi. […]

 

[…] E’ significativo che proprio la dote per le fanciulle povere fosse una delle grazie che venivano richieste alle anime pezzentelle. E che tale elargizione soprannaturale passasse attraverso i numeri del lotto che peraltro era storicamente legato ad istituzioni di beneficenza come i maritaggi – versamenti legati alle vincite e destinati a costituire doti per giovani indigenti e orfane - al punto da essere definito il “gioco delle zitelle”. […]
[…] L’uso di passare la nottata del venerdì dentro il cimitero in attesa che le anime dessero i numeri ricorda singolarmente la pratica greca e latina dell’incubatio cioè l’uso dei fedeli di dormire all’interno dello spazio sacro al fine di sollecitare la manifestazione della divinità in un sogno divinatorio o in una visione. […]
Nelle parole di Luigi C., un ventiseienne appartenente a un’associazione di volontariato che opera nel rione Sanità, si avverte l’eco di una reciprocità tra vivi e morti fondata su una comune precarietà economica e sociale. Trovare un lavoro, guarire da una malattia, trovare marito, avere i numeri vincenti. Sono queste le richieste che i deboli di questo mondo fanno ai deboli dell’altro. Il tutto nel segno di un’umanissima solidarietà… […]

MARINO NIOLA

Questi brani sono tratti dal libro
Il purgatorio a Napoli
Marino Niola, MELTEMI, 2003

 

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