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Il volto dell'altro

Il volto dell'altro "[…] Nella nostra società, le grandi concentrazioni urbane hanno distrutto il senso di comunità. Il morire non è più sentito come un avvenimento che può mettere in causa l'equilibrio della società nel suo insieme. Ci sono i terapeuti per sedare le sindromi melanconiche e nessuno si sente responsabile della morte altrui. [...] In Europa non si pratica più l'assistenza ai moribondi e ai superstiti così come non si condividono più il dolore e il lutto. Bisogna andare in Africa o nell'America del Sud, nelle società tradizionali o nelle comunità autarchiche delle Ande non ancora disgregate dalla folle urbanizzazione della società mercantile, presso i Dogon, i Chipaya o gli Aymara, per ritrovare in parte una collettività solidale e responsabile che si prenda davvero in carico il morire. Laggiù l'assistenza al morente e ai suoi parenti è ancora una regola fondamentale dell'equilibrio sociale allo stesso titolo del baratto, della partecipazione ai matrimoni e ai battesimi, dell'aiuto nei lavori dei campi, delle forme di cortesia e dei doni. Ma in Occidente, dilaniata fra la città divoratrice di uomini e l'applicazione dei principi di un'economia produttivistica, questa cibernetica naturale dell'assistenza ai moribondi e ai sopravvissuti non ha potuto sussistere: per essa non c'è più posto. [...]"

“[...] Il morire non è più un evento pubblico e sociale ma un fatto clinico e segreto. Trascinato nel labirinto ospedaliero, più rassicurante per i suoi che per lui, al morente viene continuamente negata la sua specificità e occultata metodicamente la differenza tra il morire e l'essere infermo. L'importante è nascondere sotto l'accadimento terapeutico il sopraggiungere del nulla, far tacere la comparsa del morire con un mucchio di diagnosi incerte, mascherare insomma l'imminenza della fine mediante una tecnica di rianimazione cieca che trasforma a volte il morente in un essere vegetativo, in un cadavere vivente. Il desiderio della negazione è così forte che si giunge a togliere con la forza al moribondo uno dei diritti più naturali che ci sia: il diritto alla morte. Eppure, fuggire davanti alla more non fa sparire le angosce: le rafforza e le amplia [...]”

Questi brani sono tratti dal libro
Il volto dell'altro – Aids e immaginario
Luigi M. Lombari Satriani, Mariela Boggio, Francisco Mele, MELTEMI 1997

 

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