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La
stanza degli specchi
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Conoscere laltro, banco di prova, dunque, dello sguardo
antropologico.
Ma se laltro fosse radicalmente tale, senza alcuna somiglianza,
analogia, coincidenza con il soggetto portatore dello sguardo, convenzionale
detentore dellidentità, resterebbe definitivamente
irraggiungibile nella sua alterità, monolite inconoscibile,
impossibile interlocutore di un impossibile dialogo.
In effetti lidentico tende a ritrovare nellaltro, al
di là delle puntuali differenze, i tratti che rinviano alla
comune umanità e che consentono ad ambedue una reciproca
conoscenza. Possiamo conoscere laltro, in quanto egli è
come noi; è una diversa, eppure analoga se non identica,
formulazione di noi stessi.
Lantropologia rappresenta, in questa prospettiva, il nostro
sforzo di ritrovarci nellaltro, di rifletterci in esso.
Se ci rispecchiamo nellaltro per conoscerlo e conoscerci,
lantropologia si costituisce di fatto come ininterrotta, anche
quando inconsapevole, autobiografia, frutto del nostro sforzo inesausto
di comprenderci attraverso laltro, di comprendere lirripetibile
paradigma di umanità che rappresentiamo per noi stessi, soggetto
e oggetto di discorso, inizio e approdo di itinerari di conoscenza,
che non potrebbero essere se uno dei due termini venisse a cadere.
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Lo sguardo antropologico parte dal soggetto e a questi ritorna. Ma dopo
un viaggio necessario in cui ha incontrato laltro e si è
impegnato profondamente a conoscerlo [
]
Ho detto dello sforzo di rifletterci nellatro, del nostro rispecchiarci
in lui.
Si delinea così il tema dellantropologia come specchio, ma
lantropologia consiste essenzialmente, come si è appena detto,
in unininterrotta, anche se quasi sempre inconsapevole, autobiografia.
Lo specchio, allora, rinvia a un altro specchio, si riflette in esso e
questo a sua volta rinvia le sue immagini al primo, che le restituisce
in una sequela automolteplicantesi, perché non di uno specchio
soltanto si tratta, ma di una pluralità di specchi e, quindi, di
unestesissima molteplicità di immagini.
Lantropologia, così, non è più soltanto lo
specchio delluomo, ma una stanza degli specchi, che
trasmette al singolo uomo una miriade di immagini, in un groviglio di
sguardi incrociantesi, attraverso i quali gli uomini dicono il loro bisogno
di non essere soli, la loro esigenza di un senso purchessia. Del loro
esistere. [
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Questi brani sono
tratti dal libro
La stanza
degli specchi di Luigi M. Lombardi Satriani, MELTEMI
Editore, 2001
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