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Il prete
grasso
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[...] "Con i santi la gente, gli uomini specialmente, non facevano
tanti complimenti; in chiesa no magari, poco da spartire con il
prete grasso, ma i santi andavano onorati: alla vendemmia era sempre
disponibile mezzo paniere d'uva per la festa di Santo Rocco, e San
Paolo faceva maturare i fichi fioroni e le angurie brindisine: oggi
le angurie sono israeliane, non hanno profumo né sapore e
una pasta consistente, dura e coi soldi che ci ricavano fanno i
raid nei campi profughi palestinesi, nel Libano a brandelli terra
di tutti, gli Usa Israele la Siria, nel Libano delle cento milizie
e religioni, delle cento religioni con la croce e col moschetto,
e nei campi della Palestina, la Palestina leopardata con i posti
di blocco israeliani ad ogni incrocio ad ogni uscita di villaggio.
Nel Salento i santi si guadagnavano il pane, San Giuseppe a Copertino
teneva d'occhio le bestie sorvolando i campi, Sano Giuseppe dei
voli da Copertino, e San Pietro se non pioveva lo portavano in processione
con tanto di sarda salata in bocca, San Pietro delle tarantolate,
San Pietro medico e psicanalista da Galatina che guariva le tarantolate
insieme a San Paolo, nella cappella di Galatina o in quell'altra
di Soleto, dalle cisterne con l'acqua miracolosa dei serpenti."[...]
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[...] Allorquando poi conobbi la materialità del prete grasso,
il suo materialismo di interessi, di piaceri di carne e di gola, di accumulazione
e di potere, mi sentii tradito e nacque il rifiuto che avevano i contadini
e che aveva tata Mimmi. Il quale lo serbò fino all'ultimo,quando
in famiglia si decise che bisognava chiamarlo, il prete, per l'estrema
unzione; c'erano state resistenze, tata Mimmi non voleva proprio morire
nonostante l'età e i gravi mali, nonostante da alcune settimane
erano più le ore di incoscienza che di lucidità, e i nipoti
non volevano che la presenza del prete gli facesse intendere che era finita,
che era il momento. Prevalse la forza della consuetudine e nonostante
la testardaggine del nipote maggiore il prete fu chiamato per l'estrema
unzione; alla fine della quale tata Mimmi esalò l'ultimo bisbiglio:
Vaffanculu, all'indirizzo del prete grasso, e morì cogli occhi
sbarrati.
[...]
Questi brani sono
tratti dal libro
Il prete grasso
Pietro Manni, MANNI EDIZIONI,
2009
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