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SPARTITO
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Rina ci espose il progetto del Canzoniere e, appena cominciate le prove,
giunse da Salerno una richiesta di partecipare ad un concerto dedicato
alle realtà musicali del sud, nellambito di un festival sul
cinema del mezzogiorno. Decidemmo di accettare e perciò di intensificare
le prove, che venivano effettuate praticamente ogni giorno. Per questo
motivo perdemmo il fisarmonicista che studiava violoncello al conservatorio
e ad essere onesti non ci dispiacque molto perché il timbro e luso
che faceva dello strumento, avvicinava troppo leffetto globale dei
pezzi, allidea musicale del folk-liscio, da cui volevamo prendere
le distanze. Con il resto di questa formazione facemmo la prima uscita
a Salerno il 16.03.75, la serata fu divisa con Rosa Balistreri, voce cavernosa
e impressionante, una delle più belle del folk italiano. Ricordo
che la nostra esibizione piacque, ma non saprei dire né come né
perché. [
]
[
] Molti danzatori
infatti stazionavano vicino ai diffusori acustici, ben sapendo che quando
si emettono onde sonore molto forti non è più lorecchio
a sentire ma il nostro corpo.
Daltra parte il tamburello, pur nella sua semplicità di forma
e costruzione racchiude una ricchezza timbrica straordinaria ed ogni buon
tamburellista conosce le opportunità che, sapientemente amplificate
dal microfono, offre lo strumento nel percuoterlo al bordo o al centro
della pelle, si riescono ad emettere dei suoni talmente secchi e dei bassi
così profondi che producono un effetto stimolante sulle parti basse
del corpo di chi ascolta e portano, alcune volte, si dice, anche ad eccitazione
sessuale. Mentre invece il battito ostinato dei piattini stimola le parti
alte del corpo insinuandosi così a fondo nella testa di chi ascolta
da sortire un effetto ipnotico in grado di portare alla transe. Si dice
anche, ed alcuni lo teorizzano, che il suono preciso e ritmato sulla pelle
del tamburello rappresenterebbe lelemento apollineo
della musica della pizzica, mentre quello disordinato dei piattini ( che
rimanda alle urla scomposte, alluso della voce come strumento, al
glissato del violino, ecc.) rappresenterebbe lelemento dionisiaco.
Dalla combinazione dei due si otterrebbero insieme la transe (Dioniso)
e lordine terapeutico ( la gestione apollinea del caos)[
]
DANIELE
DURANTE
Questi brani sono
tratti dal libro
Spartito ( io resto qui) storie e canzoni della musica popolare
salentina
Daniele Durante, Salento altra musica edizioni, 2005
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