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ADDIO A GEORGES LAPASSADE


Georges Lapassade ci ha lasciato la mattina del 30 luglio 2008 con i suoi 84 anni, tanti dei quali vissuti tra ricerche, viaggi, libri, musica, transe, ricerca/azione, buon vino e tanti, tanti amici. Era l'infaticabile figura in jeans e berretto che ho avuto l'onore e il piacere di incontrare per la prima volta nel febbraio del 2001, invitandolo al convegno “Tarantismo e Neotarantismo”. Prima di quella occasione per me Georges era “solo” un grande genio che aveva scritto cose bellissime su di un tema a me caro: la transe che con piacere e vivo interesse trattavo nelle mie trasmissioni radiofoniche. Nella frequentazione degli anni successivi ho imparato a conoscere l'uomo e la sua generosità verso il sociale. Sempre in viaggio, nomade... la sua casa era di tutti, e le case di tutti erano la sua casa. Le sue energie si manifestavano inesauribili in ogni convegno, indagine sul campo, incontro, dibattito, rivelando la genialità delle sue intuizioni, l'originalità delle sue esposizioni, le acute osservazioni e attenzioni seppur gravate ultimamente da una lieve ipoacusia (bellissimo il ricordo della sua frequente immagine con la mano all'orecchio per meglio ascoltare).

Nei primi anni '80 ebbe l'intuizione che la pizzica sarebbe stata una musica da portare all'attenzione dei giovani, una musica che per millenni ha funzionato come componente fondamentale del rituale di transe del Tarantismo (e amiamo scrivere “transe” come lui preferiva, intendendo così il “passaggio” ad uno stato di coscienza modificato). Quindi con Piero Fumarola si avventurarono a bussare alle porte dei contadini (alle 11 della sera...) per chiedere, parlare, ascoltare, cercare... Ma in quegli anni il Salento non era ben disposto a sentir parlare di tarantismo, voleva dimenticare un capitolo della propria storia ritenuto vergognoso in quanto bagaglio contenente “arretratezza”, una valigia di cartone legata con lo spago... carica di sofferenza, di depressione, povertà. E con esso scompariva anche la pizzica: si ricordano solo pochissime realtà musicali, tra le quali il Canzoniere Grecanico Salentino e gli Aramirè. Georges testardamente cercava di proporre la pizzica ai Sud Sound System, a Dj War, ma il Salento non era ancora pronto a osservare, agire, usare, creare qualcos'altro con la ricchezza insita nella propria musica e nella propria cultura. Poi cercò l'hip-hop a Roma nell' 89, e anche la grande metropoli non era pronta. Fu una delle sue grandi intuizioni, una delle sue geniali provocazioni che lo indussero a portare nei corridoi della Sapienza alcuni radioloni e pochi danzatori di hip-hop scovati fra i figli di diplomatici stranieri residenti nella capitale. E anche lì Georges fu pioniere... Quando gli proposi di partecipare al convegno “Tarantismo e Neotarantismo” ne fu entusiasta. Penso che, inconsapevolmente, avevo riacceso il suo antico desiderio di vedere la pizzica fra i giovani, nelle discoteche, in tutti i luoghi che non fossero quelli in cui si consumava la sofferenza, vale a dire nelle case o nella cappella di S. Paolo a Galatina, come avveniva fino agli anni '60. Fu un convegno che ci entusiasmò tantissimo e il suo apporto fu puntuale e tanto atteso da centinaia di presenti accorsi anche e soprattutto per lui. Poi subito dopo ci tenne che insieme si partecipasse al seminario organizzato da Piero a Lecce; ancora insieme a Bologna e due giorni dopo a Milano. Ero abbastanza sfinita per il periodo denso di lavoro e pensai di non accompagnarlo nel convegno milanese. “Ma dai Tarantula...”, mi disse con la sua erre rotonda e insistente...”io che dovrei dire che ho quasi 80 anni e sono in continuo viaggio da oltre un mese??!!”.

Non riuscì a raggiungerci al secondo convegno romano del 2003, ma fu entusiasta della pubblicazione che seguì l'evento in quanto lui amava molto gli scritti fatti collettivamente, con apporti di più persone; e poi si parlava ancora di Neotarantismo, lo stesso argomento di cui volle occuparsi nel seminario del 2005.

Il nostro ultimo incontro risale al dicembre del 2006, a casa di Piero, occasione in cui gli annunciai il mio progetto JESCE FORE effettuando delle riprese da inserire nel DVD. Attesi l'intero pomeriggio in quanto passò quasi tutta la giornata a letto, reduce dalla pesante dialisi a cui era obbligato da nove anni. “Sono stonco, mi sento tanto stonco...” erano i suoi intercalare...ma gli tornava la luce negli occhi quando si parlava di “pizzicà” e di ricerca... Mi chiedeva sempre come fosse l'andamento della pizzica in Italia, e gli risposi che si viveva oramai una situazione in cui, come in ogni cosa, il mercato ci aveva messo lo zampino fino a farla diventare un prodotto da svendere, manipolare, commerciare, realizzando centinaia di cattive produzioni e clonazioni. Il che rendeva insopportabile il fatto che ogni tamburello volesse imitare il magico ritmo della pizzica, mal celando ormai solo una moda...per questo motivo avevo pensato di reimpiegare la pizzica e i suoi potenziali “terapeutici” in un laboratorio in carcere. Davanti al caminetto, col suo berretto di lana, intervallava domande e risposte a biscotti, e con la semplicità del genio mi disse: “mi è sembrato paradossale in un primo momento... quando mi hai informato... perché il carcere mi dà l'idea di una tristezza, di una depressione, di qualcosa che è chiuso, che è nero... e la “pizzicà” è il contrario, è la gioia, il sole...è un'azione di socializzazione, è questo è importante!

Oggi il DVD Jesce Fore, girato nel carcere di Rebibbia con i detenuti che suonano la pizzica, ha vinto un premio come miglior documentario all'Epizephiry film festival... come non poter dedicare il premio a te Georges, che dall'alto della tua saggezza, della tua vitalità e genialità mi hai dato la forza di continuare e di approfondire alcune intuizioni? Idee che dal 2000 hanno segnato e cambiato la mia vita... A te, che con il tuo entusiasmo mi hai talmente contagiato e dato il coraggio di insistere facendomi sentire sicura di andare avanti anche perché c'eri tu che credevi in me, nelle mie teorie, nei miei lavori. Oggi mi sento orfana, non posso negare che mi manca la tua calorosa approvazione...così come non posso dimenticare che hai corroborato la mia testardaggine, che mi hai insegnato ad andare avanti, a creare, a stare sempre più nel sociale e lottare. Sarà felice Dioniso di averti incontrato dopo tanti millenni...bevete e suonate insieme anche per noi!

Ciao Georges...

 

 

Ascolta l'intervista a Piero Fumarola 31 luglio 2008 (mp3)

Guarda le foto con Georges Lapassade

Lettera di Georges Lapassade per Jesce Fore

 

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