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SOPPORTARE CON…COSTANZO?!!

Ci vediamo purtroppo costretti a sopportare le degradazioni culturali più aberranti ogni qualvolta diamo inizio al rituale quotidiano dell'accendere l'elettrodomestico più usato: il televisore. Forse dovremmo riflettere qualche attimo sul fatto che nella nostra giornata lo schermo (per cui dovremmo anche pagare un canone) è diventato il celebrante di un rito di cui tantissimi non sanno farne a meno. E' evidente ai più che tanti momenti di aggregazione e ritualizzazione delle emozioni sono scomparsi. Ma ci viene da pensare che non tantissimi anni fa si riteneva ancora importante il potersi sedere intorno ad un desco, magari con la propria allargata famiglia, e ci si comunicavano emozioni, sensazioni, esperienze, vicende cariche di vissuti fondamentali per il crescere individuale e collettivo. Sono pochi i piccoli centri ove a fine giornata gli abitanti si riuniscono ancora oggi fuori dalle loro case per momenti di scambio e di confronto; probabilmente sono dinamiche sconosciute alle ultime due/tre generazioni delle città. Oggi è costume che dopo cena le famiglie (ristrette o mononucleari) diano luogo al rituale televisivo senza tener conto della omelia che il celebrante intenderà diffondere ovunque e comunque senza distinzione di sesso, razza, religione, ceto ed età. Si penserà: è questo un mezzo democratico? No, è un mezzo omologante, un mezzo che vorrebbe cancellare le differenze culturali di ogni paese del pianeta; è nella sua stessa natura livellare ed omologare l'agire ed il pensare utilizzando telegiornali (sempre più intrisi di sola cronaca nera e propaganda politica filogovernativa), film (soprattutto statunitensi), valanghe di varietà e spettacoli di intrattenimento ove la cosa più evidente è la volgarità, quintali di soap opera e fiction (ottimo oppio dei popoli), tonnellate di calcio (eccellente droga pesante delle masse), ma soprattutto talk show in eleganti salotti in cui ciò che risulta clamorosamente latitante è la Cultura.

Orbene, non meravigliamoci se Maurizio Costanzo, inconsapevole della sua ignoranza (sicuramente non avrà mai letto "La terra del rimorso" e dubitiamo che conosca il nome di Ernesto De Martino), ritenga che le forme di corteggiamento espresse dalla pizzica siano "per fortuna in disuso". Ma riflettiamo invece con sgomento come un programma scandalosamente pericoloso come il Grande fratello venga sponsorizzato ogni qualvolta che il quotidianamente e l'onnipresente Costanzo compaia sul piccolo schermo; come il conduttore debba inventarsi ogni giorno ( e non senza fatica) gli argomenti da fornire per dare voce alle eccelse menti dei componenti della casetta di orwelliana memoria.

Non abbiamo ora tempo e spazio per effettuare un'analisi sociologica dell'ignoranza di Costanzo, né stare a disaminare i meccanismi per cui egli impersonifichi un personaggio chiave per la mercificazione dell' "informazione televisiva" al soldo di un imprenditore-padrone-presidente del consiglio.

Potremmo fargli presente che si è distratto e non ha notato tutto quello che sta avvenendo da circa quattro anni a questa parte in merito alla riscoperta delle tradizioni veicolate dalla musica come strumento di riappropriazione delle proprie identità. Identità che il progetto globalizzante e omologante dell'economia del terzo millennio vorrebbe cancellare facendo in modo che (come scriveva il buon Alfonso Di Nola) i bisogni del cittadino di Cocullo siano pari a quelli del cittadino di Tokio, o (aggiungeremmo noi) i bisogni di un cittadino di Giuggianello siano gli stessi di quelli di un abitante di New York. Riprendendo ancora Di Nola (che sicuramente Costanzo non conosce) siamo con lui concordi quando ritiene che il mercato del terzo millennio non sono ci vuole uguali ed omologati, ma ci chiede di vendergli l'anima, perpetrando così un esproprio delle nostre radici e dei nostri patrimoni culturali.

Ci permettiamo di rimproverare Costanzo in quanto non si è accorto del movimento che abbiamo osato chiamare NEOTARANTISMO, un neologismo nato proprio nella città ove egli quotidianamente celebra, tramite tv, il rito delle sue ovvietà ed aberrazioni culturali.

Fu a Roma che oltre quattro anni fa nacque un programma radiofonico di pizzica e musica popolare del sud Italia e di tutti i Sud del mondo (Tarantula Rubra) ad oggi operante ed ascoltato in Internet anche oltre oceano; sempre a Roma nel 1999 fu organizzato il primo megaconcerto di pizzica con circa 2000 partecipanti; a Roma si tenne l'affollatissimo convegno nel 2001 "TARANTISMO E NEOTARATISMO" per il quale giunse da Parigi finanche Georges Lapassade (che sicuramente Costanzo non conosce); ed ancora a Roma si è svolto nello scorso gennaio il convegno "Musica, culture e tradizioni del centro sud Italia e dintorni" presso l'università La Sapienza, con la presenza di altrettanti famosi relatori, fra i quali Lombardi Satriani (lo conoscerà Costanzo?) oltre ad un altro megaconcerto di pizzica.

Sarebbero tante le cose da scrivere ancora, ma rischieremmo di gettare in una crisi di identità l'uomo coi baffi che tutto sa e che su tutto si permette di proferire parola.

Cosa dire? Ci permettiamo di darci un consiglio? Spegniamo la tv…

Tarantula Rubra

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